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martedì 8 novembre 2016

L'ORSETTO DELLE REGOLE




Come possiamo far sì che i nostri figli seguano le regole che abbiamo in famiglia?

Quante volte ci ritroviamo a ripete centinaia di volte le stesse cose senza che ciò ottenga alcun risultato?
Possiamo far seguire le regole in due modi: possiamo imporle oppure possiamo trovare una strategia alternativa, sicuramente molto più funzionale ed efficace.
Per esempio, possiamo inventarci “L’ORSETTO DELLE REGOLE”. 
Che cos’è?
L’Orsetto delle Regole (o qualunque altra immagine si voglia usare) è un’immagine raffigurata in un quadretto in casa che viene scelto dai genitori come “LUOGO DELLA LEGGE”.
Qualunque regola vi sia in casa, qualunque divieto obbligo, viene deciso dall’Orsetto delle Regole.
Questa strategia funziona perché da un lato evita l’utilizzo dell’imperativo da parte dei genitori “l’orsetto dice che alle nove bisogna andare a letto” è diverso da “sono le nove, vai a letto”; dall’altro eventualmente sposta l’aggressività del bambino che deve sottostare alla regola, dal genitore all’orsetto; infine fa sì che anche i genitori siano dal canto loro non tanto i depositari del potere, quanto, a loro volta sottoposti alla legge, a delle regole; tutto ciò faciliterà molto il processo educativo.
Spesso la comunicazione tra genitori e figli avviene, infatti, utilizzando l’imperativo “fai quello, fai questo, rimetti in ordine la stanza, lavati le mani”, etc. etc.
Davanti all’imperativo la risposta dei nostri figli è spesso “no”. 
Come mai? 
Perché l’imperativo trasmette un potere dei genitori sui figli, potere che i figli rifiutano, dicono “no” anche solo per il fatto che glielo abbiamo ordinato noi.
Avrete notato tante volte come la stessa cosa detta dal genitore e detta da un’altra persona abbia un valore differente, al genitore viene detto “ no”, se lo dice qualcun altro viene detto “si”.
Questo avviene perché i figli, naturalmente, si oppongono al potere dei genitori, non si sottomettono, si difendono da esso.
Allora è molto più semplice quando dobbiamo chiedere ai nostri figli di fare qualcosa o quando dobbiamo impedire loro qualcosa, non usare l’imperativo ma spostare il luogo delle regole, il luogo della legge. Non più incarnata dal genitore ma esterna ad esso.
Essere sottoposti alla legge significa dover rendere conto a qualcun altrodella vostra attività di genitore, significa che voi non avete un potere di “vita o di morte” sul vostro bambino, ma che c’è qualcuno che è al di sopra di voi, l’Orsetto, che vi controlla e che vuole conto e ragione di come fate i genitori. Non c’è cosa più minacciante, infatti, di una mamma o di un papà onnipotente, che sa tutto e che decide tutto a suo piacimento. 
L’educazione che voi impartite ai vostri figli non è a piacer vostro. Ma è un’educazione finalizzata al suo benessere fisico, psichico e sociale. Voi avete il dovere di garantirgli una crescita sana, serena e di farne un giorno degli adulti capaci di lavorare, di assumersi delle responsabilità, di divenire a loro volta genitori, di instaurare dei legami sociali, di vivere con gli altri, di cooperare, di provare empatia e solidarietà
Se voi vi ergete a capi indiscussi “la legge sono io” sarete per il vostro bambino sempre minacciosi e dalle minacce ci si difende come si può. Al contrario se vi ponete su un altro piano, più limitato, e questo potere lo spostate all’esterno, allora esso sarà più tollerabile e vivibile.
L’Orsetto delle Regole è una strategia che può essere utilizzata con i bambini piccoli, con i ragazzini più grandi il discorso non cambia, nel senso che anche in questo caso non deve essere il genitore il detentore della legge ma per esempio si può, per ogni regola che deciderete di avere in casa, dare una motivazione altra rispetto alla vostra volontà. “Si va a letto alle nove”, il bambino chiederà “perché?”, “perché studi scientifici hanno dimostrato che un bambino di nove anni (per esempio) deve dormire 10 ore a notte e siccome tu ti svegli alle 7.00 allora devi andare a dormire alle nove per poter essere riposato e poter affrontare la giornata!”
“Prima di mangiare ci si lava le mani” è diverso dal dire “vai a lavarti le mani”, la seconda frase è un imperativo dato da un genitore che dà degli ordini, la prima frase, impersonale, apre anche ad una dialettica “sai perché ci si lava le mani? Perché esistono degli animaletti che sono sulle tue manine e che al contatto con il cibo possono farti venire tanto male al pancino”. Si è passati da un ordine ad una spiegazione in cui il “cattivo” della situazione non è più il genitore che esige un determinato comportamento, ma l’animaletto che fa male al pancino.
Si potrebbe continuare all’infinito con gli esempi ma ognuno di voi inventerà quelli che ritiene più adatti alla situazione. 
Il punto fermo deve essere in ogni caso, a prescindere dall’età del bambino, la capacità di SPOSTARE il luogo della legge, di farne un luogo esterno alla famiglia, un luogo altro dove qualcosa è già stato deciso e al quale non solo il bambino ma anche i genitori devono sottomettersi
Vedrete come il bambino sia molto più propenso a seguire le regole dell’Orsetto piuttosto che le regole dettate direttamente dai genitori.
E se il vostro obiettivo è quello di far sì che i vostri figli diventino delle persone oneste, che sappiano accettare i limiti, le regole che la società impone, che sappiano avere rispetto per gli altri, non c’è migliore strategia di quella di “dare l’esempio”. 
Un genitore che segue le regole sarà un ottimo esempio per un bambino che diventerà domani un adulto.

sabato 15 ottobre 2016

COME FARSI ASCOLTARE DAI PROPRI FIGLI SENZA URLARE



Sarà capitato a tutti di perdere la pazienza e di rimproverare il proprio figlio urlando. Perché lo si fa, ci si potrebbe chiedere? Le risposte possono essere le più svariate: perché non ascolta, perché non obbedisce, perché non segue le regole, fa i capricci etc.
Se ci facciamo caso, tutte queste risposte hanno a che fare con il comportamento o con l’atteggiamento del bambino stesso; la causa delle urla dei genitori sta in lui, nel bambino!!
Ma dobbiamo chiederci, invece, “perché a questi comportamenti io reagisco urlando? Cosa di questi atteggiamenti di mio figlio mi tocca a tal punto da dover urlare?”. Ci rendiamo allora conto che la necessità di urlare non è “causata” dal comportamento del bambino, tutt’al più è scatenata da esso, ma cosa ci sta alla base?
Facciamo un passo indietro!
Se è vero che tutti questi comportamenti del bambino portano un genitore a perdere completamente la pazienza, non è altrettanto vero che rimproverare urlando possa risolvere il problema.
Quando un genitore urla questo ha sul bambino più effetti.Innanzitutto un genitore che urla è un genitore che non riesce a padroneggiare la situazione, che ha perso il controllo e che quindi non si mostra più quel punto di riferimento fermo e deciso che il bambino si aspetta e di cui ha bisogno.
Inoltre, se qualcuno ci urla contro in qualche misura ci sta attaccando e quando ci sentiamo attaccati la prima cosa che facciamo è difenderci. Come ci si difende da qualcuno che urla? È semplice, basta non ascoltarlo, “staccare l’audio”; ciò rende quindi inutile e inefficace tutto ciò che viene detto mentre si urla. Se noi urliamo i nostri figli molto semplicemente non ci ascoltano!
Infine, urlare è una manifestazione di aggressività e ciò porta il bambino a pensare che il genitore non gli voglia più bene, porta al senso di colpa e all’umiliazione, tutti sentimenti che spesso producono una forte reazione di rabbia nei confronti dei genitori, creando poi un circolo vizioso.
Allora come fare per rimproverare senza urlare?Di certo ci vuole una grande dose di autocontrollo e di pazienza, ma ci sono dei piccoli accorgimenti che possiamo trovare e mettere in atto.
Quando capita di urlare chiediamoci sempre perché in quel momento lo stiamo facendo? Qual è il comportamento o l’azione del bambino che ci sta facendo urlare? Ad esempio “ha preso i colori e ha scarabocchiato la parete”. A questo punto possiamo chiederci “In che modo questa cosa poteva essere evitata?”, si possono trovare più risposte a questa domanda: “potevo evitare che i colori fossero a portata di mano”, “potevo spiegargli che non si scrive sulle pareti”, “potevo prendere un cartellone, appenderlo alla parete e permettergli di scarabocchiare solo quella parte”, e così via…
Questo esercizio mentale ci aiuterà a pensare sempre di più a lungo termine, cercando di prevedere le possibili conseguenze di determinati comportamenti.
Ma ormai il danno è fatto! E adesso? Possiamo chiederci “A cosa mi serve urlargli contro? E soprattutto a chi serve?”, di certo non serve al bambino, non è urlando che si eviterà il ripresentarsi di quel comportamento, forse serve un po’ di più come sfogo per il genitore, ma è uno sfogo che non è senza conseguenze, così come abbiamo visto in precedenza.
Come fare allora? Non lo si rimprovera? Certo che lo si rimprovera ma facendogli comprendere il perché quella determinata azione non va fatta. Prima del rimprovero, però, c’è un’altra cosa da fare: chiedere al bambino cosa abbia fatto, se comprenda cosa sia accaduto, perché lo ha fatto!Non sono domande inutili, che non servono a nulla, anzi! Sono domande fondamentali, perché la percezione che abbiamo noi adulti non è la stessa percezione che hanno i bambini. Dal punto di vista dell’adulto uno scarabocchio sul muro è un comportamento inaccettabile, è un dispetto, è qualcosa che sporca, ma noi non sappiamo se il bambino lo ha fatto pensando così di far vedere quanto sia bravo alla mamma, o perché gli piacciono i colori o perché è divertente.
Chiedete sempre al bambino di parlarvi di quel determinato comportamento, fate delle domande semplici, che egli possa comprendere ed ascoltate le risposte, la maggior parte delle volte rimarrete sorpresi perché non vi aspettavate quella risposta!
Solo dopo aver ascoltato le ragioni del gesto da parte del bambino potete spiegargli il perché non doveva farlo, quali sono le conseguenze di quell’azione e successivamente comunicare al bambino qual è il prezzo da pagare per quello che ha fatto!
Per ogni azione che si compie si paga un prezzo, ciò farà sì che il comportamento non si manifesterà più! È questo che fa estinguere il comportamento e non le urla!
Pensate a come un bimbo piccolo possa pagare un prezzo simbolico per quello che ha fatto, per esempio fatevi aiutare a pulire (anche se non ne è capace ancora, fate finta che lo stia facendo!), oppure per quel giorno non si potrà andare al parco, etc.
Naturalmente la “punizione” è simbolica, non bisogna arrivare a punizioni eccessive (salti la merenda, non ti faccio vedere più la tv, etc.), anche perché queste spesso vengono date nel momento della rabbia e successivamente non vengono messe in atto proprio perché sono esagerate! E purtroppo nulla di più sbagliato, perché perderete ogni autorevolezza e ogni credibilità agli occhi del vostro bambino. Una volta un bambino in seduta mi ha detto: “io non ho paura delle punizioni dei miei genitori perché tanto l’ho capito che mi minacciano soltanto ma poi non mi puniscono mai!”.
Ed ora torniamo alla domanda che ci siamo posti all’inizio. Quale parte di me così intima e forse anche inconsapevole il comportamento di mio figlio va a toccare al punto da farmi perdere il lume della ragione e farmi cominciare ad urlare?
A questa domanda non c’è una risposta univoca! Ogni genitore ha la sua storia! Ma è di certo un buon esercizio mentale da fare per cercare di conoscerci sempre un po’ di più e cercare di comprendere quanto di noi stessi sia implicato nel rapporto con i nostri figli!

giovedì 13 ottobre 2016

I TERRIBILI DUE! COME GESTIRLI???



Art Tatà si avvale della collaborazione della Dott.ssa Roberta La Barbera, Psicoterapeuta e Psicologa, per organizzare degli incontri di Sostegno alla Genitorialità.
Il primo incontro verterà sui "Terribili Due", cioè su quel periodo della vita del bambino che va dai 18 ai 36 mesi che mette in grande difficoltà i genitori. E' un periodo di oppositività da parte del bambino, che punta a sottolineare la sua volontà e a ribellarsi a quella dei genitori. Vedremo come questo è, invece, un importante momento di crescita per il bambino, che i genitori devono solo imparare a conoscere e a gestire al meglio.

Per informazioni e prenotazioni
Dott.ssa Roberta La Barbera 3452197044 roberta.labarbera71@gmail.com
Claudia Chiaramonte 3927196060 claudia-cla@libero.it

Per visualizzare l'evento clicca qui